La Mandria

Tra pochissimo ci sarà il Centenario della Grande Guerra. Anche il Museo Veneto del giocattolo si prepara ad accogliere i tanti visitatori che verranno a  Villa Giusti dove il 3 novembre 1918 è stato firmato l’Armistizio. Lo Storico padovano Lucio Lea, ha raccolto nel suo libro intitolato “La cronistoria di Mandria Santa Lucia” notizie e curiosità relative a questa zona.

“Mandria esisteva fin dai tempi dei Romani ed oltre ad essere attraversata da un canale chiamato “Fossa di lino”, era bagnata anche da un’altra fossa chiamata “Mandira” che diede la denominazione a tutta la zona. Intorno al dodicesimo secolo, per un certo periodo, anche su documenti ufficiali figurarono sia Mandira che Mandria; quest’ultima, successivamente, soppiantò la prima denominazione. Mandria era attraversata da una strada militare chiamata Emilia Altinate tracciata, nel 175 a.C., dal console Marco Emilio Lepido e giungeva a Padova da Aquileia. Entrava in Patavium attraverso il ponte Altinate, percorreva la “Strada Maggiore” (oggi via Dante), e, superando il ponte Atheste, (oggi ponte Gregorio Barbarigo) giungeva al Bassanello e Mandria, proseguendo poi per Aponus e costeggiando i colli Euganei, per Mutinia (Modena) e Bononia (Bologna). Oggi un tratto di questa strada a Mandria, è chiamata Strada Romana Aponense.

In antico si parlava di una fossa chiamata “Fossa di Lino” che serviva per accompagnare gli ospiti ai bagni di Aponus, e passava tra l’attuale chiesa di Mandria ed il palazzo Pisani Giusti.

Nel 1189 il Podestà di Padova, Guglielmo da Osa, milanese, ordinò di “pulire, scavare, raddrizzare dove fosse necessario il fiumicello usato per andare ai bagni aponensi” ed inoltre, fu scavato il tratto del canale Battaglia da Bassanello a Mandria fino alla “Fossa di lino”. Con il 1201, tutto il canale, fino a Monselice, fu reso navigabile.

Nel maggio del 1821, durante dei lavori di aratura, fu scoperto un cippo funerario di una giocoliera romana chiamata Toreuma, liberta dell’imperatore Tiberio Augusto, morta a diciannove anni o all’andata o al ritorno dai bagni di Aponus. Questo cippo, che si trova al Museo degli Eremitani, fu trovato in un campo posto tra il canale Battaglia e la strada Emilia Altinate, quasi di fronte all’oratorio della villa Lion.

Alcune ville fanno bella mostra nella nostra zona ma è Villa Giusti, la Villa per eccellenza che divenne la più bella, la più splendente d’Italia, quando il 3 novembre 1918 fu firmato l’armistizio della prima guerra mondiale tra i plenipotenziari austro-ungarici e le autorità militari italiane. Così Mandria divenne celebre nel mondo e le campane della nostra chiesa furono le prime a suonare a festa. Inoltre, vi sono: Villa Molin, progettata nel 1597 dallo Scamozzi, Villa Lion, Villa Moschini, Cà Pocchini dove, nell’oratorio, nel novembre del 1821, fu sepolto Gaspare Pacchierotti, un evirato che cantava con voce da soprano. Quasi di fronte alla chiesa, vi è la villa che fu la residenza di campagna di Sperone Speroni e che, con delibera n. 908 del 27 maggio 1927 del comune di Padova, fu intitolata “Scuola della Vittoria”. Villa Dottori, fu abbattuta per il passaggio della tangenziale ed era posizionata dove fu costruito il ponte sul canale Battaglia.” villa giusti